Terminava oggi, e con esso anche il partito comunista sovietico, il tentato colpo di stato della sinistra ortodossa dell'Unione Sovietica contro il riformismo europeista di Michail Sergeevič Gorbačëv. Iniziato solo tre giorni fa, il 19 agosto 1991, con l'arresto del segretario comunista e presidente dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, termina con l'arresto dei responsabili e lo scioglimento del partito bolscevico che aveva retto l'impero russo dalla Rivoluzione d'Ottobre del 1917.
La Guerra Fredda era già finita nel 1989, con l'abbattimento della Cortina di Ferro che divideva in due l'Europa, ben rappresentata con il crollo del Muro di Berlino. Erano tornati i popoli europei, da Lisbona a Mosca, secondo la visione, non sempre chiara e lineare, dello stesso Gorbačëv. Si stava ricostituendo persino la Mittel-Europa, con tutti i suoi problemi vecchi di secoli e che si sarebbero mostrati di lì a breve con l'abbandono della Federazione Iugoslava da parte della Slovenia e della Croazia.
L'uomo forte che aveva sconfitto il golpe, grazie a un massiccio sostegno popolare e a molte incertezze dei golpisti, era Boris Nikolaevič El'cin (Eltsin) presidente fresco di democratica elezione della Russia, intesa come il solo stato russo nell'ambito dell'URSS. L'esercito non aprì il fuoco sui moscoviti radunatisi intorno alla Bely Dom o Casa Bianca, sede del nuovo Parlamento sovietico o meglio Soviet Supremo, non gli fu ordinato e forse non l'avrebbe fatto. Almeno non l'avrebbero fatto i soldati.
A differenza dello stesso El'cin che solo due anni più tardi, liquidato Gorbačëv e l'Unione Sovietica a sua volta rimpiazzata con una federazione di stati indipendenti e una nuova costituzione, non si fece remore a cannoneggiare il parlamento ribelle, a lui questa volta!, che non accettava di essere sciolto da un presidente che non aveva il potere di farlo. America già era Clinton consenziente, mentre nel giro di pochi anni la ricchezza, già non esagerata, dei nuovi russi si era ridotta a un terzo rispetto al periodo sovietico.