Vicino Londra nel 1305 veniva messo a morte, ucciso come un traditore dal re inglese Edoardo, il suo peggior nemico nei precedenti dieci anni: William Wallace, reso celebre fuori dalla Scozia e dal Regno Unito da Mel Gibson che lo interpretò in un film campione di incassi nel 1996. Morto in Inghilterra, ma nato in Scozia questo signorotto, figlio di un possidente terriero pare ucciso dagli uomini di re Edoardo, salito nel 1290 fino alle terre scozzesi per reclamare il suo presunto diritto sui nobili scozzesi.
L’epopea dell’indipendenza scozzese nasce da una lotta di successione nel 1286, alla morte dell’ultimo re scozzese. Avendo come erede una giovanissima figlia, i Guardiani di Scozia, oligarchia nobiliare dei pretendenti al trono, decisero poco saggiamente di maritarla con il figlio di Edoardo, re di Inghilterra, a condizione che questi riconoscesse per sempre il diritto della Scozia ad autodeterminarsi. La sfortunata però morì prima del matrimonio, lasciando la contesa ancora più intricata. Edoardo, come arbitro della contesa, pretese, armi alla mano, l’obbedienza dei nobili scozzesi scegliendo re Giovanni, il più malleabile dei pretendenti, come successore del defunto re. Annettendo di fatto i domini scozzesi al suo regno, con i loro nobili alla stregua di suoi vassalli.
La guerra era solo questione di tempo, scoppiò nel 1296 e proseguì con alterne vicende fino al 1314, con la definitiva vittoria del nuovo re scozzese Roberto a Bannockburn. William Wallace non guadagnò quindi l’indipendenza della Scozia, ma ottenne le prime vittorie che dimostrarono a un popolo e a una nobiltà divisi che gli inglesi potevano essere battuti sul campo come al Ponte di Stirling nel 1297. Perché le idee sopravvivono agli uomini e nel caso di William Wallace vivono ancora oggi.