La Grande Guerra sul fronte orientale iniziò per i tedeschi con una brutta sorpresa. Il gigante russo, che secondo i piani di Von Schlieffen avrebbe impiegato settimane a mettere in atto la propria mobilitazione lasciando nel frattempo mano libera ai tedeschi per concentrarsi sulla Francia, non rispettò i piani dello Stato Maggiore tedesco invadendo già il 16 agosto 1914 la Prussia orientale. Senza una resistenza degna di nota l’esercito dello Zar Nicola II avanzò per due settimane di centinaia di chilometri in quella che oggi è la Polonia fino quasi a Danzica. Seminando il panico in Germania.
Il momento della svolta fu proprio oggi, 26 agosto 1914, quando tra le foreste e la paludi di Tannenberg l’esercito del Kaiser, sotto la guida da soli 4 giorni del generale von Hindeburg e del suo capo di stato maggiore Luddendorff, inflisse alle truppe russe una sconfitta da cui non si sarebbero realmente riprese fino all’uscita del conflitto nel 1917 con la Rivoluzione d’Ottobre.
La fama e la gloria conferita ai loro due artefici fu straordinaria e valse ad entrambi un ruolo cruciale nelle sorti della Germania dopo la Grande Guerra. Luddendorff, che sempre durante la Grande Guerra ideò l’attacco a Caporetto che condusse al crollo di una parte consistente del fronte italiano e firmò il trattato di pace con la Russia ormai sovietica, dopo la sconfitta della Germania partecipò con Hitler al fallito putsch di Monaco del 1922, restando un’icona nazista fino alla morte nel 1937. Hindenburg, preferito a Luddendorff per non avere avuto precedenti di vicinanza con il nazionalsocialismo, divenne nel 1925 presidente della repubblica di Weimar, rieletto ultra settantenne nel 1932 contro lo stesso Hitler che poi nominò cancelliere appena un anno dopo nel 1933, firmando pochi mesi dopo il decreto che gli conferiva i pieni poteri. Tutto cominciò a Tannenberg.