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La Costituzione delle tre carte, come in stazione Centrale


Oggi ho letto un curiosissimo articolo dell’on. Misiani del PD sulle pagine de L’Eco di Bergamo che mi ha illuminato circa la considerazione che i democratici renziani hanno dei loro elettori. Per non parlare degli elettori degli altri.

L’assunto, per farla breve, delle sudate carte dell’onorevole è questo: la riforma costituzionale che voteremo nei prossimi mesi è sinceramente federalista, perché rende più efficiente il riparto delle competenze tra Stato e Regioni. Ed è vero, le riporta tutte allo Stato: più semplice di così. Come se fosse passato abbastanza tempo da aver dimenticato come funzionavano i servizi pubblici statali una ventina di anni fa, soprattutto se paragonati agli attuali livelli dei servizi almeno in Lombardia.

La riprova della buona fede del governo Renzi può essere rintracciata nel Federalismo Fiscale, praticamente un desparecidos. Ci sbagliamo invece, ci viene infatti onorevolmente spiegato che quatti quatti lemme lemme i governi, non eletti succedutisi imperterriti dal 2011 a oggi, hanno dato puntuale attuazione al programma leghista. Infatti se nel 2009 i Comuni avevano un’autonomia finanziaria del 55% oggi finalmente hanno raggiunto un’autonomia di ben il 75%. Ciumbia!


Praticamente lo Stato ha tagliato al lumicino i trasferimenti fiscali ai Comuni, cioè restituisce meno tasse di prima, e ha permesso agli stessi Enti Locali di recuperare il gettito con imposta locali, le famigerate ICI, IMU, TASI, IUC, TARSI oltre ad annessi e connessi. Questo è il federalismo fiscale secondo il Partito Democratico!?

Vediamo meglio, dal sito www.openpolis.it sezione bilanci e andiamo a vedere il Comune di Bergamo saldamente alla guida del renzianissimo Gori: nel 2009 riceveva dallo Stato, tutti i livelli sovraordinati, 559 euro ad abitante, mentre nel 2014 solo 186 euro. Ballano 373 euro di trasferimenti perduti, di tasse che non tornano a casa. Cerchiamoli: nel 2009 l’amministrazione bergamasca incassava 372 euro da ogni cittadino residente, nel 2014 la bellezza di 775 euro. Differenza 403 euro. Ed ecco che i conti tornano, alla perfezione!


Si è spostata la pressione fiscale dal livello centrale a quello locale, sottraendo risorse alle comunità locali e chiedendo ai Sindaci di fare i gabellieri, per conto e al posto dello Stato, arrangiandosi a trovare le coperture per erogare i servizi. Questo è evidente ad ogni amministratore pubblico, ma non evidentemente a deputati e senatori che forse nel proprio comune ci sono andati solo a fare la carta d’identità. Ma lo chiamano Federalismo Fiscale!

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