Accade oggi, 4 giugno 1940 l'esercito tedesco entra per la seconda volta in meno di un secolo a Parigi. Sono gli effetti del Blitkrieg attraverso le Ardenne che in un mese sfalda le difese alleate e ricaccia a mare fuori dal continente, dal porto di Dunquerque, l'esercito inglese.
Sembra l'apoteosi nazista, Polonia spartita con i sovietici e occupata, Danimarca e Norvegia occupate, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo occupati. Potendosi sedere per la pace è un bel bottino, ma il Regno Unito non molla. E senza pace bisogna restare in guerra.
Restare in guerra su due fronti è da sempre il Babau dello stato maggiore tedesco, dal piano Von Schlieffen della Grande Guerra in poi. Come aprire un fronte ad est finché resta un nemico a ovest? Per un anno Adolf Hitler non sapendo che fare va nell'Europa del Sud, Grecia e Balcani, e Africa. Poi condanna a morte se stesso e milioni di tedeschi e russi scatenando l'offensiva disperata verso Mosca fino a quel momento sua alleata.
Nel momento della vittoria c'era già la sconfitta, anche se non lo sapeva nessuno allora. E solo uno, alla fine, decise per tutti. Il neo primo ministro inglese, Winston Churchill, che non accettando categoricamente la pace con il Reich millenario lo condanna alla distruzione.
Per fortuna dopo più di mezzo secolo i conti sul continente europeo non si regolano più con i panzer ma molto civilmente con i debiti e la moneta. La Germania ha così ottenuto il suo scopo egemonico, cercato dal ritiro di Bismarck fino ai giorni nostri, senza bruciarsi la terra sotto i piedi. Il Regno Unito, coerentemente, ha tratto le proprie conclusioni lasciando l'Europa germanica per tornare a guardare i mari.