Accade oggi, 6 giugno 1861 muore Camillo Benso Conte di Cavour. Muore troppo presto per finire con criterio l'opera da lui iniziata, l'unità nazionale, e troppo tardi per impedire che essa avvenga.
È di pochi mesi prima la consegna del Regno delle Due Sicilie conquistato da Garibaldi a Vittorio Emanuele, la conclusione territoriale, salvo per Roma ancora pontificia e il Veneto austriaci, dell'unificazione territoriale. Un'impresa quest'ultima che il primo ministro del Re non aveva visto di buon occhio, salvo poi cavalcarla a cose fatte di fronte al travolgente successo dei garibaldini in Sicilia. Lui era ancora alle prese con la riorganizzazione del piccolo stato sabaudo in un grande regno padano, fino alla Toscana e senza Veneto.
Valutava il boccone del Sud troppo grande per non risultare indigesto. Inoltre aveva ottenuto Lombardia, Emilia e Toscana con delle guerre per procura, francesi, ed equilibrismi diplomatici che neanche Bismarck dopo di lui. Le avventure non facevano per lui e aveva il suo bel daffare a gestire un Re che pensava alla caccia, alle donne e alla caccia.
C'è chi pensa che se fosse sopravvissuto a se stesso sarebbe stato capace di far crescere dritta la pianta dello stato nazionale. In realtà il modus operandi subalpino dei torinesi era apparso fin da subito chiaro ai lombardi liberati come Carlo Cattaneo. Ad ogni buon conto la storia non si fa con i se e con i ma!