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1 maggio 2016, Giovanni Guareschi

Oggi è la festa dei lavoratori e questo lo sapete tutti. Non dedichiamo il primo accade oggi a questa ricorrenza, un pò perché ne parlano tutti e un pò perché di lavoratori, vuoi per la mancanza di occupazioni vuoi per la scarsa voglia di lavorare ce n'è in giro sempre meno. Una categoria in via di estinzione? Speriamo di no...

Il 1 maggio del 1908 nasce nel parmense Giovannino Guareschi, scrittore e giornalista padanissimo, di cui tutti, anche i più giovani, ricorderanno il personaggio di Don Camillo che ha ispirato una serie di vecchi film in bianco e nero. Pellicole datate ma attualissime, dove viene rappresentata in chiave molto ironica, quell'ironia sottile lontana dai cine panettoni, la contrapposizione politica tipicamente padana. Qualunque contrapposizione. Guelfi e Ghibellini nel Medio Evo come Comunisti e Democristiani nel dopoguerra, Interventisti e Neutralisti prima della Grande Guerra come Berlusconiani e anti-Berlusconiani nella (si dice) Seconda Repubblica. Una lotta politica dura ma spesso fine a se stessa, quasi un'etichetta che si eredita come un patrimonio seguendo l'albero genealogico, per cui ce le si dà di santa ragione come su un palcoscenico salvo poi, finita la commedia, riappacificarsi, nel caso di Don Camillo e Peppone, davanti a una fiaschetta di vino.

E forse Giovanni Guareschi, personaggio mai tenero con il potere allo stesso tempo feroce anticomunista e spina nel fianco dell'estabilishment democristiano, con il suo racconto di maggior successo ha saputo cogliere uno dei tratti distintivi e atavici della gente che vive, come lo chiamava lui, sulle rive del grande fiume. Che scorre e con la sua corrente porta via tutto, ma proprio tutto, lontano dal piccolo paesello di provincia nel grande mare del mondo e della vita...



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