Ma scoprirà l'America. Anche se non subito, perché inizialmente credette davvero di aver raggiunto le Indie. Cioè l'estremo Oriente. Prima dell'alba di oggi, nel 1492 le famose tre caravelle del genovese salpano da Palos in Spagna.
È ormai un fatto storico che, probabilmente a più riprese, alcune comunità vichinghe si fossero già insediate nel Nord America già intorno all'anno Mille. Senza lasciare però traccia nella memoria dei loro compatrioti che avevano avuto più fortuna, tra l'Inghilterra e la Sicilia.
L'informazione è tutto e la scoperta dell'America vichinga restò solo per loro. Non così per Cristoforo Colombo che consegnò alla cattolicissima corona di Castiglia nuove terre da colonizzare, cambiando la geografia del mondo e aprendo la strada al primo, colossale, trasferimento di ricchezza dal continente sud americano all'Europa. Che prosperò come nessun altro prima nella storia dell'umanità.
La differenza tra la cultura europea e quella cinese, per molti versi più raffinata e anche tecnologicamente più avanzata fino a quel periodo, si concentra, volendo ridurre il tutto a uno, nella mancanza di una spinta a solcare il mare per andare oltre. Per un brevissimo periodo il Celeste Impero ebbe una flotta da far impallidire tutte le coeve europee, ma complici i pessimi risultati delle campagne militari contro il Giappone e la paura dei mandarini per la creazione di una ricca e potente classe mercantile che scalzasse l'ordine costituito, l'apertura cinese al mondo fu presto archiviata.
Insomma fu l'ambizione per la gloria eterna, la curiosità per la scoperta scientifica, la fede incrollabile nel convertire le anime perse e soprattutto la possibilità di arricchirsi come mai prima che spinse e guidò la scoperta e la conquista dell'America da parte degli uomini europei rinascimentali. E paradossalmente, nonostante tutto, la somma di tutte queste motivazioni, spesso affatto nobili, portano a un bilancio positivo, per cui il contributo al progresso dato nel suo complesso dalla scoperta dei continenti americani eccede tutto quanto andato perso e distrutto nella corsa cieca alla conquista. Un mastodontico esempio di innovazione distruttiva.
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